Aumentano da gennaio 2023 le retribuzioni e i contributi per i lavoratori domestici. Il Ccnl domestico prevede (all’art. 38) che in caso di mancato accordo tra le parti, come avvenuto nel 2023, scatti l’adeguamento all’80% dell’indice Istat per quando concerne le retribuzioni minime che, quindi, da gennaio aumentano del 9,2%. L’ISTAT ha comunicato, nella misura dell’8,1%, la variazione percentuale verificatasi nell’indice dei prezzi al consumo, per le famiglie di operai e impiegati, tra il periodo gennaio 2021-dicembre 2021 e il periodo gennaio 2022-dicembre 2022. Conseguentemente, l’Inps con la circolare n. 13/2023, ha determinato le nuove fasce di retribuzione su cui calcolare i contributi dovuti per l’anno 2023 per i lavoratori domestici. Per i rapporti di lavoro a tempo determinato continua ad applicarsi il contributo addizionale a carico del datore di lavoro pari all’1,40% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali (retribuzione convenzionale). Per il libretto di famiglia del 2023, per ciascun utilizzatore (con riferimento alla totalità dei prestatori) possono essere remunerate attività lavorative a titolo di prestazioni occasionali (ex voucher) per importi complessivamente non superiore a 10mila euro l’anno. Ogni lavoratore, con riferimento alla totalità degli utilizzatori, potrà invece ottenere compensi di importo complessivamente non superiori a 5mila euro, di cui massimo 2500 resi da un medesimo utilizzatore. Per quanto riguarda il lavoro domestico irregolare, si stimano quasi 2,7 miliardi di mancato gettito tra evasione contributiva e fiscale e di questi la parte più rilevante è rappresentata dagli oneri contributivi evasi: circa 1,6 miliardi i contributi che le famiglie italiane avrebbero dovuto versare nel caso di un’assunzione regolare del collaboratore domestico. A questo si somma l’evasione fiscale derivante dalla mancata o parziale dichiarazione dei redditi dei lavoratori: secondo le ultime stime circa 1 miliardo di euro, corrispondente ad una base imponibile non dichiarata di circa 8,8 miliardi. È quanto emerge dallo studio dal titolo “Il costo nascosto del lavoro domestico”, promosso da Assindatcolf (Associazione Sindacale Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico) e realizzato da Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su dati Istat, Mise, Mef e su una ricerca condotta su oltre 1500 Consulenti del Lavoro. La ricerca completa e dettagliata è reperibile sul sito www.consulentidellavoro.it